Si è aperta ieri a Parma la seconda edizione di Cibus Connect, la versione smart del salone dell’agroalimentare. L’evento, rivolto a professionisti del settore food, retail, Ho.Re.Ca. e importatori, mette in vetrina nuovi prodotti dove innovazione, sperimentazione e tradizione si stringono in un connubio vincente. Durante le due giornate, 500 aziende italiane selezionate e oltre 1.000 buyer internazionali potranno muoversi tra spazi show-cooking, workshop e forum, affrontando i temi caldi del settore, dai dazi alle contraffazioni fino alle incertezze amplificate dalla questione Brexit. Gian Domenico Auricchio, presidente di Fiere di Parma esprime soddisfazione per la stabilità del settore agro-alimentare italiano. Nel 2018, il fatturato della produzione industriale nell’agroalimentare è arrivato a 140 miliardi di euro, con una crescita del 2% rispetto al 2017, nonostante l’ampio rallentamento rilevato in dicembre di circa il 4%. Il 2019 si è inoltre aperto con un aumento del 2,4% ed è soprattutto l’export ad essere in crescita. Il presidente di Fiere di Parma sottolinea però anche la necessità di un impegno costante per la tutela del Made in Italy e il contrasto alla contraffazione per garantirne la tutela. Ulteriore nota positiva è riportata da Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea che ha curato uno studio sulle potenzialità del Mezzogiorno nel settore. Dai risultati si registrata che il numero delle aziende agro-alimentari del Sud è cresciuto in misura più ampia rispetto alle altre zone di Italia.